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A l'occasion du jumelage culturel "VIVRE L'EUROPE" entre l'Université Populaire du Limousin et l'Università Popolare Subalpina- Marie France Houdart a été chargée, pour cette occasion, de faire connaitre le Limousin et Lamazière-Basse par une conférence illustrée de diapositives. la présentation de la
conférence de Marie-France Houdart à Biella
Il Limousin è una regione rurale, povera ma affascinante, bella
ma poco conosciuta, e colma di contraddizioni :
1. Una terra povera Situato al centro della Francia, sul versante ovest e molto umido del
Massiccio Centrale e a un’altitudine che va dagli 80 ai 900 metri, il Limousin
è una vecchia terra granitica emersa nell’era secondaria, che poi
si è consumata e disgregata per infine dare luogo a suoli poveri
e leggeri che, benché piova molto, non trattengono l’acqua.
2. Una regione « ad alveoli » Col susseguirsi dei secoli, il granito si è consumato in maniera
diversa secondo la durezza della roccia. Il rilievo è cosi’ suddiviso
in compartimenti, fatti di zone concave e di zone convesse, che costituiscono
degli « alveoli ».
3. Una regione « aggirata » Questa regione, che non aveva molti atout per attirare l’insediamento
umano, è stata popolata piuttosto tardi. La popolazione si è
installata sugli altopiani del Limousin con un ritardo sul resto della
Francia di 2000-3000 anni. Ciò è avvenuto quando le regioni
vicine – più clementi – sono diventate sovrappopolate.
4. Una regione fiorente nel Medio Evo. Il Limousin ha tuttavia conosciuto dei periodi di prosperità
: l’epoca gallo-romana e soprattutto il Medio Evo, dall’ XI al XIII secolo.
Dopo le invasioni barbariche e secoli di declino, annesso al Ducato di
Aquitania e collegato alla civiltà occitana del sud, il Limousin
, noto per l’oreficeria e gli smalti, conosce un vera età dell’oro.
E’ l’epoca in cui la lingua occitana limosina è parlata nelle corti
di Spagna e d’Italia e in cui sboccia, cresce e si propaga, a partire
da Limoges, l’arte dei troubadour.
5. Delle tenute piccolissime : uno spirito di fierezza e di indipendenza. La ripartizione della terra segue la topografia. Essa è divisa
in piccole tenute ed è coltivata da fittavoli che, tramite il pagamento
in natura delle imposte, sono quasi liberi sulla loro terra, che finisce
col trasmettersi in modo ereditario.Anche se la tenuta è minuscola,
la terra costituisce il solo bene nobile che permette alla stirpe di radicarsi
sul suolo.Si è « padroni in casa propria »
6. Centralizzazione e imposte. Dal XIV al XVII secolo, la messa in atto di un regno centralizzato a
Parigi fa perdere al Limousin la sua nobiltà, la sua chiesa, le
sue élite intellettuali, il suo prestigio e, con l’introduzione
di imposte da pagare in denaro, le sue ricchezze e i suoi uomini.
7. Per trovare una via d’uscita, ? è necessario vivere in totale autarchia, trarre i massimo dalla
terra, cercare di vendere tutto quel che si può; ma se il
cibo viene a mancare, si deve :
8. Il « blocco » del XIX secolo. All’inizio del XIX secolo, il Limousin è una delle regioni più
povere di Francia. Le rendite sono miserevoli, gli strumenti e le tecniche
non progrediscono. Non c’è denaro per migliorare le cose : niente
denaro, niente lavoro salariato, niente sbocchi, poche strade (malgrado
Turgot) e la ferrovia è quasi inesistente. Tutto è
deciso a Parigi in funzione dei bisogni della capitale.
9. L’emigrazione, le sue cause… - Le proprietà sono tutte molto piccole e non bastano a garantire la sopravvivenza. - Occorrono dunque delle terre comuni, gestite in comune con delle severe regole comuni : è primordiale il principio di uguaglianza fra tutti. - Occorre anche trasmettere questo bene intatto al momento dell’eredità. Ci deve quindi essere un solo erede che risarcirà i fratelli e le sorelle in denaro. - Coloro che sono esclusi dall’eredità devono partire
per cercar lavoro altrove e anche colui che ha ereditato deve
partire per poter rimborsare la parte spettante ai fratelli.
10. … e le sue conseguenze. Quando degli emigranti lasciano definitivamente il loro paese per installarsi altrove, sollevano la società d’origine e non gravano più sul suo destino. Nel caso di un’ emigrazione stagionale, gli emigranti che lasciano al paese terra, donne e bambini, fanno costantemente andata e ritorno , fra qua e là, fra città - da dove riportano i valori - e la campagna, fra il mestiere di contadino e quello di operaio/commerciante. Sono assenti ma hanno in mano il loro paese, di cui diventano in qualche maniera i leader. Ci si può allora chiedere se questo fenomeno generi un rinnovamento, arricchisca le tradizioni e le faccia evolvere, oppure se contribuisca soltanto a mantenerle e a frenare i cambiamenti. E’ quel che sembra sia successo nel Limousin. Oggi comincia a delinearsi un altro movimento, in senso inverso : l’esodo dalle città verso le campagne. Il Limousin saprà accoglierlo ? (texte de Marie-France Houdart traduit par Gracia Westphal pour l'Università Popolare Subalpina) |
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